Telcos vs. OTT

Perchè Telecom Italia ha venduto Virgilio

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Notizia nell’aria da alcune settimane e confermata oggi 10 agosto: Telecom Italia ha venduto Matrix (la società cui fa capo il portale Virgilio che nel 2011 ha fatturato 96 milioni di euro) a Libero (gruppo controllato dalla Weather Investment II di Naguib Sawiris) per un prezzo di circa  88 milioni. Il perfezionamento dell’operazione, che sarà subordinata all’approvazione di Antitrust e Agcom, è atteso per la fine di novembre.

L’operazione industriale è significativa dal punto di vista dell’acquirente: l’aggregazione dei due portali, Libero e Vigilio, controllerebbe il 60% del mercato italiano del web, con 18 milioni di visitatori unici e più di 3,5 miliardi di pagine viste al mese, oltre a 14 milioni di indirizzi email attivi.

E’ invece più intrigante capire l’operazione dal punto di vista del venditore: Telecom Italia e le grandi telcos europee sono da tempo impegnate in una santa crociata contro gli OTT (over-the-top, cioè big dell’Internet come Google, Ebay ecc. – ma anche Virgilio e Libero sono degli OTT, sebbene caserecci!) colpevoli di fare troppi quattrini sulle reti telecoms altrui “senza dare nulla in cambio ed investire”. Non entriamo nel merito degli addebiti, ma la discussione è seria giacchè ETNO (l’associazione europea delle grandi telcos) ha portato la questione persino a livello ITU, rischiando così di sconvolgere tutto il sistema della governance Internet con conseguenze imprevedibili (ed infatti il governo americano si è già schierato contro). Ebbene, in un contesto del genere uno si aspetterebbe che Telecom Italia resti a presidiare un settore “così remunerativo e scevro da costi”, tenendosi Virgilio e magari facendo un’offerta per Libero. E invece no, l’incumbent nazionale fa esattamente il contrario: vende il portale, che viene dichiarato “non strategico”  e continua a concentrarsi sulla rete (in rame. La fibra ottica è un’altra storia).

Questa clamorosa discrasia tra campagne politiche/istituzionali, da un lato, e scelte industriali, dall’altro, fa un po’ riflettere. Qual è la vera realtà da difendere?  La chiave di lettura corretta sta nelle scelte di mercato: se Telecom si tiene stretta la rete di accesso in rame, ed esce dai servizi, deve avere delle buone ragioni. Il motivo è che la rete telefonica (gli stupidi tubi!) significa monopolio di fatto, con redditivà elevata e regolare, mentre i servizi Internet costituiscono un settore estremamente competitivo ed incerto: è vero che vi sono operatori dominanti su singoli segmenti (Google, Facebook ecc), ma si tratta pur sempre di realtà industriali nate negli ultimi 10 anni, che già ora sentono il fiato sul collo da parte dei potenziali concorrenti. In altre parole, per competere nel mondo Internet si deve rischiare ed innovare molto, e nonostante tutto si può fare la fine di Nokia, My Space, Yahoo ecc.. E allora, tanto meglio per Telecom Italia tenersi bene stretta la rete telefonica in rame, senza rischiare soldi e meningi.

AGGIORNAMENTO 31 OTTOBRE 2012: la cessione di Matrix e del portare Virgilio è stata perfezionata in data odierna. L’impatto positivo sull’ indebitamento finanziario di Telecom Italia sarà di 88 milioni di euro per il 2012.

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