La Commissione ha appena lanciato una consultazione su come ridurre i costi di installazione delle reti broadband ad alta velocità (http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/12/434&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en).
Com’è noto, la parte rilevante di tali costi (80%) è costituita da scavi e lavori sulle infrastrutture civili, mentre gli investimenti di tipo puramente tecnologico sono decisamente inferiori. E’ questa la ragione per cui l’idea di replicare infrastrutture simili e parallele are appare sempre più folle.
Idea folle ma dura a morire: da un lato le istituzione europee hanno sviluppato per anni il mantra dell’infrastructure competition, e quindi esitano a dichiarare la rivoluzione copernicana del one nation, one network (cito Quintarelli); dall’altro lato, vi è un interesse da parte degli incumbent a continuare a spingere questa teoria, perchè loro la rete (cioè le infrastrutture civili) già ce l’hanno, e l’hanno fatta pagare ad altri (i contribuenti dell’epoca della Stet/Sip, nel caso italiano).
Qui il press release della Commissione sul tema: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/12/434&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en
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