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La Ue preoccupata per il futuro europeo del m-payment

La direzione Concorrenza della Commissione Europea ha deciso di approfondire l’analisi di un accordo tra i principali operatori mobili inglesi (Vodafone, Telefonica, Orange e DT) circa lo sviluppo dei servizi di m-payment nel Regno Unito. La Commissione teme che le caratteristiche tecniche stabilite dagli operatori possano impedire lo sviluppo di un mercato concorrenziale in quel paese. Secondo me, però, i fari sono puntati sullo sviluppo di questo mercato in Europa.

Il mercato dei pagamento mobili costituirà un driver per il futuro del settore mobile, si calcola che nel 2014 esso potrebbe ammontare a 50 miliardi di Euro, con prospettive ulteriori di crescita. Per gli operatori mobili si tratta di una vera e propria manna, dopo le decurtazioni avvenute per il roaming internazionale e la terminazione mobile. Il progetto inglese potrebbe poi essere replicato in altri paesi e su scala europea, visto che l’accordo riguarda i maggiori 4 operatori continentali.

Non sorprende quindi che la Commissione voglia mettere il becco in questa vicenda: se i Big4 creassero una piattaforma europea standaridizzata e disponibile by default alla loro vasta customer base, le prospettive di profitto sarebbero altissime. Tale prospettive si impennerebbero ulteriormente se la piattaforma fosse chiusa, cioè non consentisse a operatori diversi dai Big4 di accedervi: infatti, clienti e fornitori di servizi a pagamento sarebbero tutti attirati sulla piattaforma in questione, essendo la maggiore in assoluto (effects externalities), e qualsiasi business concorrente verrebbe vanificato.

Nel lungo periodo, i consumatori ci perderebbero, perchè lo sviluppo del m-payment chiuso permetterebbe ai Big4 di aumentare i prezzi (cioè le commissioni sui servizi di m-payment) nonchè di selezionare arbitrariamente i fornitori di servizi. Ci perderebbe, ovvio, anche i possibili concorrenti: in primis gli operatori mobili esclusi dalla piattaforma (al momento 3UK nel Regno Unito, ma qualsiasi altro concorrente dei Big4 negli altri paesi), ma anche service providers, operatori new entrants, nonchè i big americani dell’Internet: Facebook, Google, Ebay, ecc. Ma questi ultimi potrebbero anche pensare a piattaforme alternative.

Si tratta quindi di un nuovo capitolo della lotta tra le grandi telcos tradizionali, da un lato, e gli operatori Internet americani, dall’altro. Poche settimane fa Almunia aveva ammesso che vi era un’investigazione in corso per valutare se le grandi telcos stessero negoziando delle piattaforme standardizzate per i servizi online con finalità anticompetitive (su cui ero stato intervistato: http://blog.panorama.it/economia/2012/03/16/telefonia-i-5-big-europei-sono-pronti-per-la-battaglia-sul-mobile-payment/ ).

Sarà un caso, ma il 24 aprile (cioè tra pochi giorni) Vodafone aveva organizzato a Bruxelles una conferenza sul m-payment, che è stata però annullata oggi all’improvviso, perchè “mancava un importante speaker”. La conferenza è stata posticipata a settembre, quando immagino consoceremo le valutazione della Commissione Europea sull’intera vicenda.

Il comunicato stampa della Commissione Europea si trova qui:

http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/12/367&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en

NB: in data 5 settembre 2012 la DG Concorrenza ha dato il via libero all’operazione, ritenendo che non sussistano, al momento, rischi di cartello o altre pratiche lesive della concorrenza.

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