Confermando le voci dei giorni scorsi, la Commissione Europea, su delibera del Commissario Kroes, ha deliberato l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia avente ad oggetto la norma, contenuta nel Decreto Semplificazioni, che liberalizza la fornitura dei servizi ancillari alle centrali telefoniche di Telecom Italia.
La procedura di infrazione si apre, ai sensi dell’art. 258 del Trattato UE, con una lettera in cui la Commissione contesta allo Stato membro destinatario della missiva delle potenziali inadempienze, e richiede delle spiegazioni. Lo Stato membro deve rispondere entro 2 mesi. Decorso tale termine, qualora le spiegazioni non siano considerate sufficienti o convincenti, la Commissione Europea può inviare una vera e propria messa in mora (il c.d. parere motivato), chiedendo allo Stato di uniformarsi alla propria posizione entro un termine fissato nella medesima. Se ciò non accade, la Commissione può adire la Corte di giustizia. Tutta la procedura è contraddistinta dal “può”: cioè, la Commissione non è mai obbligata a passare ad ogni passo successivo della procedura, a prescindere dal comportamento dello Stato membro, poiché la sua iniziativa è caratterizzata da una forte discrezionalità. In genere, durante tale lasso di tempo Commissione e governo interessato iniziano un carteggio mirante alla individuazione delle possibili soluzioni.
Nel caso in questione, è verosimile che una soluzione verrà trovata. Da un lato, la Commissione Europea intende salvaguardara l’indipendenza e le prerogative del regolatore italiano, che sono garantite dalle direttive del Framework sulle comunicazioni elettroniche. Dall’altro, gli uffici di DG Connect hanno più volte riconosciuto che l’iniziativa italiana era volta a risolvere un reale problema di mercato, e cioè gli elevati prezzi che Telecom Italia riesce ad imporre ai concorrenti per la fornitura (in verità, la semplice intermediazione) di tali servizi. Infine, è evidente che il monopsonio legale (cioè il diritto speciale attribuito a Telecom Italia di selezionare i fornitori di servizi di cui usufruiscono i concorrenti) creato dalla normativa ULL rischia di urtare alcune libertà fondamentali dei Trattati UE.
Pertanto, non vi sarà un muro contro muro. E’ invece probabile che nei prossimi mesi si lavorerà per una soluzione che venga incontro alle preoccupazioni di Kroes circa l’indipendenza di AGCOM ma salvaguardi il merito della questione. Il fatto che i membri di AGCOM siano stati appena rinnovati potrebbe appunto facilitare una soluzione.
Qui in appresso lo statement (datato 19 luglio) con cui la Commissione Europea spiega la decisione di aprire la procedura d’infrazione:
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