Net Neutrality

IL BEREC lancia 3 importanti consultazioni in tema di net neutrality

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Il Berec, l’agenzia europea della comunicazioni elettroniche con sede a riga, ha pubblicato 3 importanti analisi in tema di neutralità della rete:

(i) Framework and Guidelines for QoS in the scope of net neutrality, riguardante le pratichce di “degradazione” dei servizi Internet e i possibili rimedi in base al framework europeo (art. 22,comma 3, della Direttiva Servizio Universale);

Differentiation practices and related competition issues in the context of net neutrality: si tratta di una analisi degli effetti delle pratiche di network management sugli utilizzatori finali;

NGN IP interconnection & net neutrality: il Berec ha analizzato i mercati dell’interconnessione IP alla luce delle tematiche di neutralità della Rete.

I 3 documenti sono ora aperti alla consultazione pubblica, che durerà fino al 31 luglio.

Il Commissario Kroes (che aveva sollecitato le analisi) ha commentato positivamente l’iniziativa, ed ha ricordato il mantra secondo cui mercati competitivi non richiedono alcun bisogno di regolamentazione a difesa della Net neutrality. Infatti, gli utenti dovrebbero essere in grado di “votare con i piedi” e lasciare gli ISP che pongono in atto pratiche di network management sgradite.

Ma siamo sicuro che sia proprio così? In verità, nel mercato mobile la possibilità di “votare con i piedi” è limitata, visto che gli ISP mobili sono al massimo 4 per paese (con tendenza a ridursi a 3) e sono inclini a porre in essere politiche commerciali simili (la differenziazione è più un fatto di immagine pubblicitaria). Questo consolidamento di interessi potrebbero essere solo sparigliato dalla presenza di operatori mobili virtuali competitivi, ma questa è un’altra storia.

Anche nel settore del BB fisso la tendenza è quella del consolidamento (vedi la Francia), con conseguente riduzione di chances per gli utenti di cambiare ISP.

Inoltre, resta ancora misteriosa la logica in base alla quale un ISP dovrebbe avere il diritto di imporre ai propri clienti una fee particolare affinchè essi possano usufruire di servizi forniti da un terzo. Si tratta di una gabella medioevale (il classico “un fiorino!” di Benigni/Troisi). Berec e Commissione non affrontano direttamente il problema, ma lo diluiscono nell’ambito delle questioni di concorrenza e trasparenza. Mi permetto di dissentire: il fatto che un ISP ostacoli – attraverso una fee addizionale – l’accesso a determinati servizi Internet senza nessuna giustificazione (ad esempio: congestione di traffico) rappresenta un grave vulnus al modo con cui Internet può svilupparsi liberamente ed efficientemente. Non si tratta di un problema di antitrust e trasparenza, si tratta di una regola fondamentale di funzionamento della Rete. Gli ISP potrebbero imporre questa fee addizionale solo sulla base di criteri obiettivi (ad esempio, la banda necessaria per fornire il servizio) ed in maniera agnostica. In caso contrario, gli ISP potrebbero permettersi di scegliere cosa far passare in Internet, e cosa no: diventerebbero i gatekeepers dello sviluppo economico e delle informazioni attraverso Internet, come paventato nella divertente vignetta sopra-riportata.

In altre parole, siamo di fronte ad un tema che non può essere risolto con i soli strumenti della regolazione di mercato: attraverso Internet ormai passa l’intero scibile umano, gli individui sono potenzialmente in grado di comunicare con chiunque, e non esiste attività economica che non sia direttamente o indirettamente influenzata dalla Rete. Pertanto, il suo funzionamento non può essere demandato a meccanismi puramente mercantilistici.

L’intervento del Commissario Kroes, assieme ai link per le consultazioni del Berec, si trova qui: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=MEMO/12/389&format=HTML&aged=0&language=en&guiLanguage=en

Categories: Net Neutrality

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